Stasera con la nostra delegazione AIS Agrigento-Caltanissetta vi portiamo in Valpolicella, accompagnati da due relatori di eccellenza, Alberto Brunelli, responsabile dell’Area tecnica del Consorzio tutela vini della Valpolicella e docente di analisi enografiche presso l’Università di Verona, e Giampaolo Breda, presidente AIS Veneto.
Il primo, con estrema chiarezza e competenza, ha trattato gli argomenti principali che riguardano il mondo dell’Amarone: area di produzione, dati produttivi e di mercato, caratteristiche pedoclimatiche, varietà e sistemi di allevamento, il disciplinare di produzione, la tecnica di appassimento.
Quest’ultima è talmente particolare, da essere stata candidata a diventare patrimonio dell’Unesco!
Dal vigneto l’uva arriva nei fruttai per iniziare il processo di appassimento che avviene in modo naturale, è fatto divieto di utilizzare forzature, in termini di umidità e di regolazione della temperatura. La ventilazione disidrata le uve, tanto da far perdere loro fino al 50% di peso, durante il processo di appassimento che ha una durata di 3 – 4 mesi.
I protagonisti? Ovviamente Corvina, Corvinone e Rondinella. I tre vitigni principali nella produzione dell’Amarone.
Un blend che vede l’apporto della Corvina soprattutto per la spalla acida, per la struttura, per l’accumulo zuccherino e, non ultimo, per i marcatori aromatici: ciliegia, marasca, prugna, mora che si sviluppano ulteriormente dopo l’appassimento.
Passiamo al “fratello maggiore”, il Corvinone. Si differenzia dalla Corvina a livello aromatico con note vegetali e di speziatura, inoltre apporta grande complessità al blend.
Infine la Rondinella, di cui esistono molti cloni, è neutra a livello aromatico, ma conferisce al vino colorazione e rappresenta un contributo essenziale per la sapidità e l’acidità.
Tra le varietà complementari (che possono essere utilizzate al massimo per il 10%) particolare attenzione è posta, durante la serata, all’Oseleta che contribuisce ad apportare struttura al vino.
In ogni caso, il risultato è un vino strepitoso con una morbidezza e un tannino delicato che ci inducono a una illusoria sensazione di dolcezza. In realtà l’Amarone è un vino molto secco, più avanti ci troveremo al calice addirittura 16,5 gradi di alcool, nonostante la sua facilità di beva. Dunque, occhio a non esagerare! O quantomeno a non guidare!
Ma adesso passiamo la parola a Giampaolo Breda e andiamo a far godere i nostri sensi…almeno vista, olfatto e gusto!
Iniziamo con la cantina Adalia, ci troviamo a Mezzane di Sotto.
Nel nostro calice abbiamo un Ruvalan, Amarone della Valpolicella,(40% Corvina, 40% Corvinone, 20% Rondinella) del 2019, frutto di un affinamento di 24 mesi in botte grande di rovere.
Sentori di marasca, ciliegia, mora, leggera speziatura piccante, e poi leggeri ricordi di liquirizia, giungono ai nostri recettori olfattivi. In bocca sperimentiamo una decisa e profonda sensazione pseudocalorica, e rotondità e morbidezza che arrivano in un secondo momento.
Con l’azienda Paolo Cottini ci spostiamo a Fumane, uno dei 19 Comuni in provincia di Verona dove si può produrre questo vino, per degustare l’Amarone della Valpolicella Docg classico del 2018, con un grado alcolico di 16% vol.
Di colore fresco e vivace ma impenetrabile, con un bel riflesso cardinalizio, è la veste che possiamo apprezzare.
Al naso è ricco e complesso: dalla balsamicità della china, alle note di tostatura, di polvere di caffè, e gradualmente di mora, ciliegia, cioccolato. In bocca si avverte una piacevole morbidezza e rotondità, alimentata dalla maturazione in barrique per 36 mesi.
Ci muoviamo verso un’altra esperienza sensoriale che arriva da Ca’ del Lupo a Mezzane di Sotto, con l’azienda Seiterre e il suo Platò del 2018, con un grado alcolico di 15% vol. e una maturazione di 3 anni in botte di Rovere.
All’aspetto si presenta di un carminio che va verso il granato. Al profilo olfattivo appare quasi “timido”, con leggere sensazioni fruttate e balsamiche. Piacevole equilibrio ed elegante persistenza al palato. E’ un vino gentile con grande potenziale evolutivo.
Siamo giunti al terzo calice, con l’azienda Ugolini a Fumane e il suoValle Alta (Corvina 60% ,Corvinone 20%, Rondinella 10% Oseleta 10% ), 2015 , prodotto solo nelle migliori annate, così come è stata il 2015 in Valpolicella.
Questo calice, al naso, ci regala un bouquet complesso e ampio con note di frutta sotto spirito, come ciliegie nere e prugne, accompagnato da sentori di spezie ed erbe aromatiche. A poco a poco emergono anche sfumature di tabacco e di cuoio, che aggiungono complessità all’aroma.
Al palato sentiamo acidità, freschezza, leggera astringenza grazie alla presenza del vitigno complementare Oseleta, a cui probabilmente si deve anche un finale leggermente e piacevolmente amaricante.
Con l’Azienda Secondo Marco, restiamo ancora a Fiumane, a degustare il loro Amarone della Valpolicella classico DOCG (40% Corvina, 50% Corvinone, 10% Rondinella) di una annata particolarmente difficile in Valpolicella, il 2014. La maturazione di questo vino prevede 8 mesi in botti di Slavonia da 50 ettolitri e un affinamento di 36 mesi in bottiglia.
Al naso ritroviamo un profilo olfattivo arricchito di aromi terziari con sensazioni fumose, di cappero, di olive in salamoia. Al palato, grandissima acidità, con prospettive grandiose per il suo futuro!
Ci troviamo adesso di fronte a un grande “vino da meditazione” dell’azienda Clementi, Amarone della Valpolicella classico DOCG. Siamo a Marano della Valpolicella, un altro dei 5 Comuni che, tra i 19, ha la menzione “classico”. Un blend composto dal 55% di Corvina, 30% di Corvinone, 10% di Rondinella e 5% Oseleta, anno 2013, grado alcolico di 16,5% vol.!
Nel calice osserviamo una fitta trama color carminio. All’olfatto, una leggera sensazione vegetale accompagna la classica frutta rossa e nera matura, ciliegia e marasca; speziatura di cannella e noce moscata; note fumose, espressione probabilmente della lunga evoluzione per 7 anni in botti di rovere e affinamento di un anno in bottiglia .
E per chiudere in perfetta armonia, ci spostiamo a Negrar, altro Comune della zona classica, nell’azienda I Vigneti di Ettore con il loro Riserva di Ettore, 2012 , un blend composto da Corvina 55%, Corvinone 25%, Croatina 5%, Rondinella 10%, altro 5%, con un grado alcolico di 16% vol.
E sperando che la lucidità residua non faccia brutti scherzi… Carminio intenso e impenetrabile, fittissimo, ma ancora vivacità di riflesso.
La parte olfattiva ci porta inizialmente verso una frutta quasi in confettura, marasca e prugna, in seguito ci regala sensazioni saline profonde, olive in salamoia; spezie e tabacco.
Al palato si presenta una classica riserva sontuosa, di grande struttura ed eleganza, con tannini ancora vivaci che ci lasciano pensare che, nonostante l’età, ci sia ancora un potenziale evolutivo.
Grazie ai relatori, al nostro presidente regionale, Francesco Baldacchino, al nostro delegato, Lillo Trupia, al consigliere nazionale, Camillo Privitera, a Luca Baglieri con tutta la squadra dei sommelier in servizio, e a tutti coloro che hanno reso speciale questa serata!
E’ stata un’esperienza che ci ha regalato un momento di grande piacere, ma anche di approfondimento culturale ed enologico, e ci ha permesso di apprezzare appieno la ricchezza di un prodotto che è un grandissimo ambasciatore del made in Italy nel mondo: l’Amarone!
Donatella Buscemi
Sommelier